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AGGIORNAMENTO 15 DICEMBRE 2014
L’altro anno, più o meno stesso periodo, vi dicevo di aver avuto un incontro troppo ravvicinato taxi contro autobus (io ero dentro il taxi) con conseguente colpo di frusta e convalescenza non breve. Poteva mancare 12 mesi dopo qualche altra novità? Un paio di settimane fa vado a Milano con il mio solito ed economico metodo “mordi e fuggi”, che consiste nello stare fuori solo una notte sfruttando 48 ore al meglio possibile. Ero andata con l’intenzione di vedere la mostra di Boldini e quella di Segantini. Ma c’è anche il Cenacolo da vedere… e Sant’Ambrogio lì vicino lo vuoi perdere? A Palazzo del Duomo non c’è solo Segantini, ma anche Chagall e Van Gogh. Faccio una scelta di cuore (a qualcosa dobbiamo pur rinunciare) e scelgo Vincent. E in via Manzoni dove passo e ripasso svariate volte, alzo il naso in su e vedo una locandina che mi dice che proprio lì, al Museo Poldi Pezzoli, sono esposti i dipinti della famiglia Pollaiuolo. Poi scopro per sbaglio che nella Pinacoteca Ambrosiana, dietro al Duomo, si trovano opere di Caravaggio, Tiziano e Leonardo… pure?!
Un’ubriacatura d’arte bell’e buona. Quindi nulla di strano che proprio all’ultima galleria dopo avere ammirato i dipinti di Boldini… prima ero verticale e dopo un gradino di pietra decisamente troppo alto e troppo stretto e maledettamente poco morbido, mi ritrovo a terra: due belle botte alle ginocchia e due caviglie distorte (se faccio qualcosa vedo di farla bene, io). A Milano… da sola… il treno che parte dopo qualche ora per tornare a casa dolce casa… e tu che ti reggi poco e male in piedi e dal dolore sei a rischio svenimento.
Mi ri-ospita la gallerista, gentile da morire. Mi fa sedere su una poltroncina in cui sembra di stendersi. Vicino un tavolino in noce scuro con sopra appoggiato su un treppiede un piccolo quadro raffigurante un nobil’uomo. Mi offre un caffè, lo appoggia sul vicino tavolino d’antiquariato… metto lo zucchero e … puff…. migliaia di granellini color ambra si spargono sul tavolino. Mi vergogno come una ladra. Non so se lei, la gallerista,  se ne accorge. Mi porta anche un bicchiere d’acqua e lo appoggia sul tavolino. Prendo l’acqua e me ne cade un po’ dritta sul tappeto di zuccherini. Divento fucsia e sento che l’uomo ritratto da Boldini mi sta guardando con severità.
Dopo un tempo infinito in cui mi sento un misto fra una puzzola e un’afide, una signora torinese vestita benissimo si offre di accompagnarmi al taxi per tornare in albergo, ma prima saluto la gallerista. Penso per un attimo che mi piacerebbe lasciarle il biglietto da visita in cui mi autodefinisco “pittrice” che’ magari un giorno, se vinco la lotteria, potrei tentare di proporle di esporre in quella piccola elegantissima galleria privata. Poi penso al casino che ho lasciato su quel tavolino proprio vicino a un Boldini di migliaia di euro e spero solo che lei si dimentichi di me quanto prima.
Però Milano mi è piaciuta veramente molto. La pensavo diversa. Non mi aspettavo quel centro storico dove mi è parso di respirare secoli di storia. Sì, i negozi per ricchi sfondati li ho guardati, ma solo di sfuggita e molto più attirata da ragazzi bellissimi e palestrati spesso di colore, vestiti come body guard dei film americani, a vigilare le porte di uscita di questi piccoli  sparluccicanti templi. Piccoli?! Credo che casa mia potesse starci comodamente dentro.
La cordialità di un popolo la misuro da sempre con la capacità di darti informazioni stradali con educazione. I milanesi sono favolosi. A ognuno chiedessi informazioni, non solo le ottenevo con sorrisi e dovizia di particolari, ma spesso mi accompagnavano per piccoli pezzi di strada per essere più esaustivi. Grandi.
Le mostre? Si, sono pittrice e dovrei concentrarmi più sui quadri che sulle persone immagino, anche se, al solito, le mie disquisizioni provengono più dal cuore che dal cervello.
Segantini, Palazzo del Duomo.
Da giovane vidi un suo quadro in un libro di scuola, rappresentava delle mucche al pascolo. Il sole batteva sui loro dorsi e scaldava e illuminava letteralmente anche solo chi le osservava. Sole e calore. Me ne innamorai. Alla mostra vedo una marea di suoi autoritratti da ragazzo a uomo, un uomo barbuto, compiaciuto della sua immagine. Credetemi, aveva uno sguardo di uno che si crede seduttivo. Mi perde punti anche se l’evoluzione dei suoi quadri è piacevole e ineccepibile. Poi… lo vedo. Proprio lì, si materializza il quadro della mia infanzia. Riconfermo la sensazione avuta da giovane. Sole sole sole. Divisionista, è riuscito a scindere e ricomporre con magia la luce del sole.
Esco soddisfatta e mi dirigo a fare la fila lì vicino sempre a Palazzo del Duomo, per Van Gogh. Vedere Van Gogh è come tornare in campagna dopo essere stati a pranzo di amici ricchi e boriosi. Vedere quei paesaggi agresti, contadini, non fotomodelli, ma persone vere dai piedi grandi e sproporzionati. Quei visi semplici. Pane al pane e vino al vino. Van Gogh è un fratello, un fratello disturbato sì, ma vero e reale.
Ma lo sapevate che i Pollaiuolo erano diversi? Piero e Antonio. Quello che ha fatto i ritratti di donne di profilo forse non li ha fatti lui ma il di lui fratello. Figli d’arte (ma qui i pareri sono discordi, si dice che il padre vendesse… polli), scolpivano e pitturavano e pure erano orafi. La bellezza qui è eleganza anche se i volti delle donzelle a volte non sono simmetrici. Può piacere o meno il genere… ma noi siamo figli loro e anche della loro arte. Quindi meritano il dovuto rispetto.
Vedi il Cenacolo e ti commuovi. Perchè? Le tinte sono sbiadite, dovresti avere un binocolo… eppure. Mi dicono che ho solo un quarto d’ora di visione. Già mi agito e cerco di guardare più in fretta possibile. Ma subito dopo mi fermo, mi siedo e comincio a guardare ogni singolo volto, le mani, le prospettive. Il tempo si ferma e io sono ipnotizzata, quasi in trance, catturata da quelle forme. Con la mente penso di avere un pennello in mano e di seguire quelle tracce, di crearle. Mi sembra che siano passate ore quando ci dicono che dobbiamo uscire. il tempo è veramente relativo.
ant’Ambrogio è lì vicino. Un simbolo di Milano. Bella, non pretenziosa, antica. Spazi vasti e non pieni o ricchi ostentati come le Chiese di Venezia. Assisto alla Messa dopo… dopo parecchio. Mi stupisco che alle 9 di un mattino feriale sia frequentata da tanti giovani. Ognuno che entra, giovane o vecchio, non si fa solo il segno della croce, si inginocchia fino a per terra.
Metà mattina è arrivata, caffè un dolce, e Pinacoteca Ambrosiana. Un paio di Tiziani mai visti che non mi hanno entusiasmato come quelli che ho ammirato a Venezia e Roma e… Ma lo sapevate che il famoso cesto di frutta del Caravaggio sta proprio qui? Ma chi lo avrebbe mai detto. Anni e anni che lo vedo in fotografia pensando che stia chissà dove e invece, guarda là… Mi fermo a osservarlo un numero indecente di minuti e il vigilante mi guarda ormai con aperto sospetto. Uomo!? Ma lo sai cos’hai sotto il naso 8 ore al giorno? L’avessi io non sarei lì a guardare una povera innocente dallo sguardo ormai perso, ma guarderei con lei.
A Milano fanno le cose proprio per benino. Vicino al quadro de “Il musico” di Leonardo (chiaramente protetto da cristallo) un grande monitor ti mostra ingrandita ogni singolo centimetro della tela, ogni pennellata, ogni increspatura, ogni nota segnata sul foglio di questo giovane bellissimo uomo dal berretto rosso fuoco.
Contenta delle mie scoperte mi dirigo all’ultima galleria, la Galleria Gam Manzoni, per vedere Boldini.
Boldini è magico. Da lontano vedi donne bellissime ed eleganti in stupendi abiti di raso con scarpine in tinta. E’ raso di seta ne sei più che certo visto che ne ha  la stessa fantastica lucentezza trasferita magistralmente su tela.
Guarda da vicino!
Quella scarpina perfetta è frutto di una sola pennellata bianca fatta, sembrerebbe, con una pennellessa. Non avevo mai visto di lui i paesaggi e qui ne ho visti un paio ad acquerello se la memoria non mi inganna, ma potrei sbagliare e che fossero fatti con una pittura a olio molta diluita. Caspita, proprio belli!
E poi… uscendo dalla Galleria…
Bene, vi saluto con la solita promessa, che al solito non manterrò, di sentirci presto.
Buon vivere a tutti!
AGGIORNAMENTO LUGLIO 2014
Domani si chiude la mia prima esposizione personale. Due parole per esprimere quello che provo? Emozione e voglia di ricominciare.
Emozione: perchè l’incontro con il pubblico è stato entusiasmante. Perchè non mi aspettavo tanti complimenti… Meritati? Di circostanza? Mi piace pensare così non fosse.
Tanti incontri interessanti, tante opportunità e stimoli. Molte persone, per lo più donne, che mi dichiaravano la loro stessa passione per l’arte o per le arti, dal canto, al ricamo, alla pittura alla fotografia e poesia. Donne… non aggiungo altro.
Una giovane coppia con un neonato di soli 2 mesi che si era accorta che il piccolino era attratto irresistibilmente dai quadri in generale. L’ho visto di persona: di fronte a certi quadri rimaneva incantato e sognante più che ad altri che sembravano gli suscitassero solo inquietudine. Ci siamo ripromessi di incontrarci fra una quindicina d’anni e mi sono offerta di dare lezioni di pittura a quel magnifico bimbo se ne avesse avuta inclinazione… sotto sotto sono certa che quel bambino lo incontrerò di nuovo e che avrà un talento eccezionale. Complimenti ai genitori. Veramente.
Voglia di ricominciare. Presto, quanto prima, subito. La pittura mi è necessaria come l’aria, ma queste ultime settimane, fra allestimento e presenza in galleria, ho pitturato pochissimo. So che può sembrare brutto o maleducato a dirsi, però il pittore o l’artista in genere è pratico nella sua arte, ma si pretende da lui, perchè ben sia accetto al pubblico, sia abile a parlare, a scrivere, a interfacciarsi con gli altri. Un po’ troppo. D’altronde pensateci: s’io fossi scorbutica, di aspetto troppo trasandato, silenziosa… riuscirei davvero a farmi conoscere e aprezzare come artista oggi come oggi in questo mondo di ipercomunicazione?
Onestamente nutro qualche dubbio.
Si sta facendo tardi e ho parecchio sonno arretrato, ma ci tenevo a salutarvi, a ringraziarvi per avermi sostenuto tutto questo periodo.
Qui di seguito il link al bel video della Publismeg realizzato nel corso dell’inaugurazione.
Vi auguro buona visione
Buon tutto e a prestohttps://www.youtube.com/watch?v=b9nR7CswqZs&feature=youtu.be

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